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Fra pochi giorni  ci sono le elezioni europee.

Non hanno la stessa eco di quelle nazionali, non infiammano gli animi allo stesso modo, non muovono le stesse masse.
Ma c’è un elemento che le rende simili fra loro, così come simili fra loro sono tutte le tornate elettorali:

👉🏼 anche stavolta vincerà il marketing.

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Quando dico queste cose c’è sempre qualcuno che si risente.

Non tutto è marketing!”, mi dicono.
Io voto i contenuti!”, mi dicono.
Io penso con la mia testa!”, mi dicono.

Cazzate. Cazzate. Cazzate.

Mi spiego meglio, e fai attenzione alla differenza.

Non è la politica a reggersi sul marketing.
Sono la politica e il marketing a reggersi sulle stesse identiche dinamiche. 
Dinamiche sociali, psicologiche, umane.
Il marketing funziona perché fa leva su meccanismi che appartengono agli esseri umani.
E la politica fa leva sugli stessi meccanismi.

Chiaro?
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Quindi non è che “la politica è marketing”.
Questa è una semplificazione che non mi appartiene.
Quel che sto dicendo è che “il marketing funziona sulla base di determinati ingranaggi, e la politica funziona sulla base degli stessi ingranaggi”: quindi si assomigliano perché entrambi traggono linfa dalle stesse radici.
Semplicemente, la spiegazione risiede nel fatto che non son altro che ingranaggi della mente umana.

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Convincere un potenziale cliente a comprare un prodotto non è diverso da convincere un potenziale elettore a darti il suo voto. 
Le leve che si innescano sono le stesse. 
Quindi se conosci quei meccanismi sei in grado di sfruttarli a tuo vantaggio quando vendi una penna, quando offri una consulenza e quando chiedi il voto ai cittadini.

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Ecco perché osservo sempre con grande interesse le vicende politiche nazionali e internazionali.
Osservare il funzionamento di queste dinamiche è una scuola incredibile da cui rubare come spugne.

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In politica il consenso va e viene.
Il consenso si conquista e si perde.
Il consenso è in movimento continuo.

Si sposta perché milioni di cittadini finiscono dentro a vere strategie di marketing senza rendersene conto.
A seconda della strategia più vincente in un dato momento, il consenso si orienta da una parte o dall’altra.
E gli elettori si lasciano trasportare dall’innesco di leve di marketing senza opporre resistenza, come le buste di plastica in mare.

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E il motivo per cui per noi tutto questo diventa interessante è che il politico si trova nella stessa identica condizione del professionista che deve farsi scegliere fra mille competitor sul mercato.

Per poter arrivare a sedersi sugli scranni del parlamento i politici devono prima ottenere il consenso.

I politici, prima di sedersi in Parlamento, devono ricevere un mandato dai cittadini.
In una parola, devono prima farsi scegliere dai cittadini.

Ti dirò di più, non soltanto devono farsi scegliere.
Per restare in sella al potere, dovranno continuare a farsi scegliere anche alla tornata elettorale successiva.

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In un panorama agguerrito come quello di oggi il politico, per far sì che il potenziale cliente – l’elettore – barri la casella col suo nome in cabina elettorale, ha bisogno di adottare precise strategie di marketing, e conseguentemente scelte di comunicazione chirurgiche.

Anche nei piccolissimi gesti quotidiani e nella scelta dei messaggi da inviare al pubblico.

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Senti qui il ragionamento:

👉🏼messi a confronto in un mercato estremamente competitivo, i politici devono convincere i potenziali elettori a scegliere il loro nome attraverso il voto.

Così come,
👉🏼messi a confronto in un mercato estremamente competitivo, i professionisti devono convincere i potenziali clienti o i datori di lavoro a scegliere il loro nome attraverso i propri soldi.

Voilà.

Specialmente nella politica odierna emerge un fenomeno che conferma quel che sostengo: nell’esprimere il voto, la maggior parte dell’elettorato non sceglie quasi più il partito.

La gente sceglie la persona.
La gente si fida di un volto preciso.
La gente vuole specificatamente quel nome e quel cognome.

Il consenso di cui gode il singolo supera di gran lunga il consenso di cui gode il partito.
In parole povere la gente segue la persona molto più che il partito che quella persona rappresenta.

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Questo conferma che il politico oggi è simile a un professionista che deve emergere nel suo mercato.

Con una sola differenza: in politica il successo non è mai per sempre.

Arriva sempre qualcuno che ti soffia il posto.
Questo avviene per un fatto molto semplice: perché i politici alzano l’asticella delle aspettative degli elettori anni luce sopra le loro reali possibilità.
In poche parole, promettono cose che non saranno mai in grado di offrire.
E così, presto o tardi, anche il politico più abile nel Personal Marketing deve fare i conti col fatto che gli elettori, delusi, gli volteranno le spalle.
È inevitabile.

Puoi avere la strategia di Personal Marketing migliore del mondo ma, se non rispetti le promesse che hai fatto, prima o poi chi ti ha dato fiducia ti punirà.

È giusto che sia così.

Ed ecco qui la differenza con un professionista: mentre in politica deludere le aspettative è pressoché inevitabile, nella professione, nel lavoro, nel business questo non deve avvenire.

Si può e si deve restare in sella per decenni rispettando due condizioni base:

1️⃣ sviluppare il marketing attorno al proprio nome
2️⃣ rispettare le promesse fatte.

L’una senza l’altra non è sufficiente.

Ovvero, se hai una strategia efficace di Personal Marketing per “vendere” il tuo nome, la gente potrebbe darti fiducia.
Ma se quel che offri è scadente, quella stessa fiducia non la rinnoverà nessuno.
Esattamente come avviene con un politicante qualsiasi.

Viceversa, puoi essere il migliore del mondo nel tuo campo, ma se non hai una strategia di Personal Marketing efficace il tuo nome resterà anonimo.
Solo in pochi ti conosceranno e saranno in grado di apprezzarti.

Come vedi, quindi, hai bisogno di soddisfare entrambe le condizioni.

Devi certamente affilare le competenze relative al tuo settore per essere quotidianamente in grado di fare grandi promesse ai tuoi potenziali clienti e di poterle poi mantenere.

Garantire il livello più alto di competenza però non ti basta.

Devi costruire una strategia di Personal Marketing che ti permetta di distinguerti in un mare di concorrenti, di agganciare le persone per te importanti valorizzando le tue qualità, e di mantenere quelle persone legate a te quando domani si tratterà di scegliere nuovamente il tuo nome fra tanti.

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