4 modi per trovare le tua Strada (professionale) - Alessandro Principali

4 modi per trovare le tua Strada (professionale)

Alla fine dell’articolo della settimana scorsa 

(ma come, non l’hai letto?!?!?! Eccolo! ===>>>

…ci siamo salutati con questa domanda:

Qual è il modo migliore per trovare la propria strada?

Già, perché la risposta non è affatto facile.

Infatti, alcuni suggeriscono di seguire le proprie passioni.

Ma questa via è fitta di ostilità.

Non è sufficiente essere appassionati di qualcosa per trasformarlo in professione.

Ad esempio, la tua passione potrebbe riguardare qualcosa per cui sei completamente negato/a.

Io ho la passione del basket, per esempio, ma se avessi provato a trasformarlo in mestiere probabilmente mi sarei schiantato contro il muro del fallimento.

Adoravo giocare e tirare la palla a canestro, ma ero uno dei tanti, un eccellente mediocre.

Se avessi scelto di puntare tutto sulla pallacanestro, con ogni probabilità sarei rimasto scottato.

E poi, ancora.

I problemi non finiscono qui.

Già, perché le passioni nel corso della vita possono cambiare.

Potrebbero esserci fasi della vita in cui senti una passione fortissima per la musica, o magari per la discoteca, o chissà per la matematica o il greco antico.

Ma nessuno saprà dirti se quella passione durerà per sempre oppure ti abbandonerà per far posto ad una passione completamente diversa.

Così, come possibile alternativa, abbiamo pensato che forse la cosa migliore sia sfruttare un talento speciale.

Tutti quanti hanno uno o più talenti.

Ovvero, qualcosa per cui sono particolarmente portati, un’area in cui riescono ad ottenere risultati con meno sforzo di quanto non facciano le altre persone.

Anche i talenti, però, presentano dei problemi.

Innanzitutto, non saprai mai se nel corso della tua vita li avrai esplorati tutti oppure no.

Filosofeggiando (ma non troppo), potrei metterla così: 

tu potresti avere uno straordinario talento per qualcosa…ma non lo sai.

E non lo sai perché non lo hai mai esplorato in vita tua.

Le aree e le materie in cui non ti sei mai cimentato sono sicuramente molte di più di quelle in cui lo hai fatto.

Ad esempio, mettiamo che tu non abbia mai suonato un pianoforte in vita tua.

Non avendolo mai suonato, come fai a sapere se possiedi o meno il “talento da pianista”?

Chissà, se da piccolo avessi iniziato a suonarlo, e avessi proseguito negli anni, avresti potuto scoprire di possedere un talento fuori dal comune per il pianoforte.

Non lo saprai mai.

Così come non saprai mai se possiedi un talento unico in tutti quei campi da gioco in cui non hai mai provato a giocare.

In effetti, la maggior parte delle persone muoiono senza sapere quale sia il proprio talento straordinario, o i propri talenti straordinari.

Altro problema del talento: anche una volta individuato, non è mica detto che con quel talento tu possa camparci.

Insomma, non è sufficiente possedere un talento qualsiasi.

Perché se per quel talento nessuno al mondo è disposto a ingaggiarti (cioè a darti dei soldi), resta ahimè un talento fine a se stesso.

E allora resta la terza via:

ovvero non lasciarsi imbambolare da sogni astratti, e badare piuttosto alla sostanza, alla concretezza, al pane da mettere in tavola.

Scegli una strada che ti dia da mangiare.

Che sia l’attività di famiglia, o che sia l’impiego al catasto, l’importante è che sia un lavoro sicuro.

Tra tutte, è senz’altro la scelta più saggia.

In fondo la razionalità è un criterio di scelta quasi sempre condivisibile.

Ha solo un unico, grande difetto.

Prendere la strada sicura, quella che ti garantisca una certa stabilità, se non è una strada che senti completamente tua, prima o poi presenterà duramente il conto, facendoti risuonare nella testolina una domandina beffarda e subdola che suona più o meno così:

“eh però…se avessi preso una strada diversa, quanto sarei più felice oggi!”.

Va bene, abbiamo capito che le Tre Vie appena esaminate, per un motivo o per l’altro, prese così come sono non danno alcuna garanzia di successo.

E allora?

Siamo destinati a rimanere con questa domanda in sospeso per sempre?

Di seguito elenco 4 elementi che mi sento di poter considerare sempre validi.

Ready?

1) Sicuramente non può renderci felici vivere la vita che qualcun altro ha stabilito per noi. 

Quando siamo piccoli procediamo per processi imitativi, ovvero guardiamo i grandi e facciamo quello che fanno loro, ritenendo sia la cosa giusta da fare.

E va bene che sia così.

Ma va bene finché siamo piccoli.

Il problema nasce quando, crescendo, non ci togliamo questo vizio.

Se crescendo continuiamo a comportarci allo stesso modo, ovvero modellare la nostra vita sulla base di quello che fa qualcun altro, o che ci dice qualcun altro, o che ci indica come giusto qualcun altro, è un grande limite.

Quando sentiamo parole come queste, tutti scuotiamo il capo e pensiamo: “Vero verissimo…ma non mi riguarda.

…Sicuro/a che non ti riguardi per nulla?

Solo quando diventi te stesso/a puoi essere compiutamente felice.

2) Non esiste LA propria strada, esistono LE proprie strade.

Ciascuno di noi ha mille opportunità diverse.

Ogni giorno abbiamo la possibilità, attraverso le nostre scelte grandi e piccole, di imboccare una strada oppure un’altra, di andare avanti o tornare indietro, di proseguire sulla strada o cambiarla.

I sentieri da prendere sono potenzialmente infiniti.

Eppure questo resta un aspetto sul quale non ci fermiamo abbastanza a riflettere: non esiste UNA strada.

Al contrario, ognuno di noi può imboccare tante strade diverse, e ciascuna di queste potrebbe condurlo ad essere felice e sentirsi realizzato allo stesso modo.

3) Il gioco del cercare di trovare la PROPRIA strada, provando a individuarla fra mille possibili, è molto simile alla roulette russa.

A meno che non si voglia credere che ognuno di noi sia predestinato a Qualcosa (e io non lo credo), è del tutto sciocco andare alla ricerca di una strada come si va alla ricerca del Tesoro Perduto.

Al contrario, il gioco consiste nel FARE PROPRIA qualsiasi strada si imbocchi.

Rendere personale e personalizzata qualsiasi strada si intraprenda.

Questo gioco è estremamente più interessante e più complesso.

Mettendoci la passione come se si stesse facendo la cosa più importante del mondo.
Coltivando il proprio talento così da diventare bravo/a davvero.
Rendendo la strada via via più remunerativa, così che ti permetta di mettere il pane in tavola…e anche qualcosa di più.

4) “Unire i puntini” è importantissimo.

Cosa intendo per “unire i puntini”?

Vedi, nel corso della vita ciascuno di noi vive mille esperienze diverse, apprende tante competenze diverse, e si sperimenta in aree diverse.

Qualsiasi sia la strada che imbocchi, non dimenticare di portarti dietro tutto quello che hai fatto in passato.

Ti porto un esempio personale.

Devi sapere che il mio primo lavoro “vero” (insomma un lavoro a tempo pieno e con un contratto) è stato in Televisione.

Ho lavorato in TV per 3 anni, prima come co-conduttore di un piccolo talk-show e poi in redazione come autore.

Ero giovanissimo.

Poi cambiai strada, nonostante fossi molto apprezzato in quel mondo e mi divertissi moltissimo.

Mi sentivo anche naturalmente portato.

È una di quelle scelte per le quali – non ti nascondo – per diversi anni mi sono continuato a interrogare: “chissà come sarebbe andata se fossi rimasto in quel mondo…”

Unire i puntini per me significa che, in quello che faccio oggi, cerco di portare quello che facevo ieri.

Per cui, è vero, non prendo più parte a uno show televisivo, ma…

…posso cercare di rendere “un po’ show” tutto quello che faccio, costruendolo un po’ come un format per la tv.

É un modo per far sì che i miei talenti non vadano sprecati, sfruttandoli in un campo diverso da quello in cui li ho scoperti e per cui sono stati pensati.

Così come, allo stesso modo, in quello che faccio oggi porto tutto quello che ho fatto in passato: il mio trascorso da recruiter in Multinazionale, il mio animo esplorativo da viaggiatore, la mia inclinazione da volontario in servizio civile, …

Ti domando: quali sono le cose che sai fare bene, che nella visione miope dei comuni mortali non c’entrano nulla col tuo lavoro attuale, ma che invece potresti sfruttare e “importare” nella tua professione?

Unire i puntini di ieri con quelli di oggi.

E la strada…si apre.

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