Accelera la tua Evoluzione professionale: primi passi – Puntata 6
Nella zona in cui abito c’è una piazzetta.
In questa piazzetta, nell’agosto del 2014, un mio caro amico ha deciso di aprire un bistrot con ottime birre artigianali, che da subito si è rivelato un grande successo.
Ma alt.
Fermiamoci un attimo.
Questa che stai per leggere è la puntata numero 6 della nostra mini-guida avviata poche settimane fa.
È un sentiero tracciato per chiunque sia nella condizione di gestire la propria professione da solo, o quasi.
Professionisti, o solopreneur.
Si tratta di uno strumento unico che ti porterà per mano, passo per passo, verso la cpstruzione della gratificazione professionale che meriti.
ATTENZIONE: prima di proseguire la lettura, assicurati di aver letto le Puntate precedenti, altrimenti quello che stai per leggere semplicemente sarà privo di senso.
Eccome dove puoi recuperare.
Qui trovi la Puntata 1:
https://alessandroprincipali.com/accelera-la-tua-evoluzione-professionale-primi-passi/
Qui la 2:
https://alessandroprincipali.com/accelera-la-tua-evoluzione-professionale-primi-passi-puntata-2/
Qui la 3:
https://alessandroprincipali.com/accelera-la-tua-evoluzione-professionale-primi-passi-puntata-3/
Qui la 4:
https://alessandroprincipali.com/accelera-la-tua-evoluzione-professionale-primi-passi-puntata-4/
Qui la 5:
https://alessandroprincipali.com/accelera-la-tua-evoluzione-professionale-primi-passi-puntata-5/
Se invece hai già letto tutto, prosegui pure leggendo di seguito.
Indossa il casco di sicurezza e spingi il pedale.
Visto il successo della birreria, nel giro di breve diversi altri imprenditori, veri o presunti, hanno deciso di aprire pub, birrerie, beer-shop proprio nella stessa piazzetta.
Un giorno, seduto al tavolino, sorseggiando una Double Ipa, sento un avventore del locale rivolgersi al mio amico, in modo provocatorio ma confidenziale e amichevole.
Gli dice, con quella cadenza che solo un romano riesce a imprimere alle frasi:
“Aoh a bello mio, mo co tutta sta concorenza in piazza…so cazzi eh!”
Sua risposta:
“Al contrario, benvengano!
Porteranno più gente in pazza, e io avrò più persone a cui far conoscere il mio locale”.
Beh, devo riconoscere al mio amico un grande istinto imprenditoriale.
Senza aver mai studiato nulla nel merito, aveva infatti individuato un principio davvero importante: ovvero, la concorrenza non solo non fa male, ma anzi è essenziale.
Spiego perché.
Partiamo da un presupposto: se non esiste concorrenza, vuol dire che stai sbagliando qualcosa.
Quando ti guardi intorno e vedi che non esiste nessuno al mondo di cui preoccuparti, beh i conti non tornano.
Vedi, l’essere umano ha pochi bisogni essenziali, e su quelli basa fondamentalmente tutta la sua esistenza.
Ha bisogno di (in ordine di complessità):
- riposare
- nutrirsi
- riprodursi
- sentirsi protetto
- curare e coltivare i propri affetti
- sentirsi parte di un gruppo
- essere rispettato
- sentirsi realizzato
- compiere una missione
Stop, basta.
Qualsiasi altro bisogno, grosso modo, è un derivato di uno di questi.
Cosa voglio dire con ciò?
Voglio dire che, sin dalla notte dei tempi, l’essere umano si è ingegnato per trovare un modo di soddisfare tutti questi bisogni.
Questo significa che il prodotto o la soluzione che offri è soltanto l’ennesimo modo per soddisfare uno o più di questi bisogni.
Insomma, non per deluderti, ma sono pronto a scommettere che non hai inventato nulla che stia andando a scovare bisogni nascosti o sconosciuti.
Per cui l’ipotesi che non ci sia concorrenza è altamente improbabile.
Molto più probabilmente, la concorrenza c’è ma non l’hai ancora individuata.
[Anche perché, se davvero non c’è concorrenza, è molto facile che il tuo prodotto o soluzione semplicemente non stia soddisfacendo nessuno di questi bisogni, e allora è del tutto privo di senso].
Pensare alla concorrenza circoscrivendo il campo a quei professionisti che offrono esattamente il tuo stesso servizio, è sbagliato.
La concorrenza è formata da chiunque offra una soluzione che va a soddisfare lo stesso bisogno che vuoi soddisfare tu.
Ovviamente, va da sé che i primi concorrenti che devi andare a studiare sono quelli che offrono qualcosa di molto simile rispetto a te.
Ma il punto è che non puoi limitarti a quelli.
Facciamo un esempio che ci riguarda da vicino: OFFICINA2030.
Officina2030 ha l’obiettivo di costruire una Rete di professionisti che possano evolvere più velocemente, e in modo più mirato, nella propria professione, attraverso la condivisione di esperienze e competenze di ciascuno.
Chi sono i nostri competitor?
Se mi limitassi a considerare competitor soltanto i gruppi Facebook che mettono insieme professionisti a tale scopo, arriverei a dire che non abbiamo concorrenti.
La domanda giusta da porsi, però, non è:
“Chi c’è in giro che offre lo stesso mio servizio?”
La domanda giusta da porsi è:
“In che modo oggi le persone cercano di soddisfare gli stessi bisogni che cerco di soddisfare anche io?”
E allora ci si accorge che i concorrenti, magicamente, spuntano fuori dal nulla.
Riprendendo la “lista dei bisogni” di poche righe fa, potremmo dire che OFFICINA2030 fa leva su un paio di bisogni:
- Sentirsi parte di un gruppo
- Sentirsi realizzato
Esplodendo questi bisogni e specificandoli in modo più preciso, possiamo dire i concorrenti di OFFICINA2030 sono tutte quelle possibili soluzioni che i professionisti possono adottare per:
- evolvere professionalmente
- formarsi
- mettersi in rete
- scambiarsi competenze ed esperienze
E allora ecco che i potenziali competitor, che prima non c’erano, diventano magicamente:
- associazioni di categoria
- ordini professionali
- percorsi formativi individuali
- libri
- eventi
- corsi
- ….
Alcune di queste soluzioni soddisfano soltanto parzialmente, se non debolmente, i bisogni citati.
Ma il punto NON è trovare ciò che realmente soddisfa gli stessi bisogni che soddisfi tu.
Il punto è trovare ciò che il tuo cliente considera una alternativa valida.
Conta quello che galleggia nella sua testolina, NON conta la realtà dei fatti.
Magari sta sbagliando alla grande.
Ed ecco che qui deve intervenire il marketing: perché fargli capire che tu sei meglio, o sei differente, o sei più adatto alla sua specifica necessità, è compito tuo.
Ed è una battaglia che non finisce mai.
Quindi, riassumendo:
- Non avere concorrenza è un fatto negativo, perché significa che stai attaccando un mercato che non risolve alcun bisogno, e quindi sterile
- Avere concorrenza è una buona cosa, perché vuol dire che in quel mercato c’è ciccia
- Il problema quindi non è avere concorrenza: il problema è non avere un motivo vero per farci preferire alla concorrenza
- Far capire alle persone in che modo tu sei differente è compito tuo. Ed è il motivo per cui devi trovare un posizionamento specifico nella loro testolina.