Come il maiale: la produzione di contenuti - Alessandro Principali

Come il maiale: la produzione di contenuti

Le famiglie contadine, se avevano il maiale, ne sfruttavano ogni parte.

Del maiale si usa non solo la carne, buona per preparare i piatti più svariati, ma anche le setole, utilizzate per la realizzazione di pennelli e di aghi per calzolai, e il grasso per la fabbricazione di lardo.
Il lardo infatti, trasformato in strutto, sostituiva l’olio nella cottura del sugo per la pasta, oppure si utilizzava per la conservazione della salsiccia.
E del sangue, cosa farne? Buttarlo via?
Neanche per sogno!
Ed ecco che nasce il sanguinaccio, un insaccato costituito per lo più da interiora e sangue, arricchito con vari ingredienti in base alle tradizioni culinarie della regione in cui viene preparato.

Del maiale non si butta niente”, dice il proverbio.
Ed è piuttosto vero. 


Giorni fa vi ho chiesto ai membri del mio gruppo chiuso di Facebook  “Di cosa avete bisogno nella vostra professione, oggi?

Molte risposte, e fra queste mi ha colpito constatare come per tanti esista una necessità comune: la difficoltà nel produrre contenuti propri.

È una difficoltà che capisco completamente, perché è la stessa di chiunque abbia scelto di portare avanti contemporaneamente non una, ma due professioni:
– quella per cui viene pagato (trainer, insegnante, avvocato, sportivo, consulente, formatore, musicista, grafico, medico, giornalista, psicologo, …ad libitum sfumando)
– e quella di mezzo di comunicazione.

Già, perché  nel mio gruppo lo avrò almeno cento volte, e se avete anche comprato il mio libro “Rubare 7 segreti di Personal Marketing a 7 politici di successo”lo avete sentito non più cento, ma mille volte: oggi non basta più essere bravi e competenti nel proprio settore.

La concorrenza è così tanta e variegata che con le sole abilità ci puoi pure giocare a briscola.

È necessario che ciascun professionista diventi un vero e proprio mezzo di comunicazione, in grado di inviare messaggi giusti alle persone giuste nel momento giusto e nella forma giusta.
Ovviamente non messaggi qualsiasi.
Piuttosto, messaggi confezionati secondo dei criteri di marketing, che abbiamo menzionato diverse volte e continueremo a menzionare.

Ma non adesso.

Adesso vorrei soffermarmi su quella difficoltà che viviamo tutti noi che abbiamo scelto di intraprendere questa ardua strada.
Già perché noi siamo quelli che ogni mattina si alzano presto e cominciano a lavorare, a macinare clienti, a far fronte alle richieste più complesse.
E lo facciamo perché quello è il nostro lavoro.

Il Fattore Tempo

Sorge il problema: chi ce lo da il tempo di fare anche da mezzo di comunicazione?
Dove si trova lo spazio per scrivere articoli, girare video e poi montarli, realizzare infografiche, scattare fotografie, registrare podcast, e via andando?
È un bel problema.
Risposta veloce: il tempo lo devi trovare.
Questo stesso articolo che stai leggendo lo sto scrivendo di notte.
Ma è ovvio che la risposta veloce non ti basta.
Ne vuoi una più articolata.
E io sono felice di dartela. 


La risposta più articolata la trovi nel maiale.
Esatto, nel maiale.
Ricordi?
Del maiale non si butta via niente”.
Bene, devi fare lo stesso anche tu.
Prendi carta e penna e scrivi: da ora in poi, qualsiasi contenuto che produrrò lo riciclerò in tutte le forme possibili.
Lo hai scritto? Bene.
Facciamo un esempio.
Prendiamo ad esempio questo stesso articolo che stai leggendo adesso.
Una volta terminato, potrei fare così:
tagliuzzarlo in tante parti più piccole e farne dei post da pubblicare.
Per esempio, potrei prendere qualche frase che ho scritto più in su, come 

Dove si trova lo spazio per scrivere articoli, girare video e poi montarli, realizzare infografiche, scattare fotografie, registrare podcast, e via andando?”, 
e pubblicarla sulla mia pagina Facebook, ed ecco che avrei fatto un post in grado di raccogliere una buona interazione, perché le persone proverebbero a dare la loro risposta e versione dei fatti, e ne nascerebbe una conversazione proficua per tutti.
Allo stesso modo, potrei prendere un’altra frase ancora, come 

“oggi non basta più essere bravi e competenti nel proprio settore. La concorrenza è così tanta e variegata che con le sole abilità ci puoi pure giocare a briscola”, 

e avrei fatto un altro post ancora, al quale qualcuno risponderebbe chiedendo ulteriori chiarimento, o magari qualcuno mi manderebbe a quel paese.
Gli APQuote che pubblichiamo sulla mia pagina Facebook il lunedì nascono esattamente così riprendendo una frase che ci piace dello #Spiegone (cioè il post che pubblico sul mio gruppo il lunedì mattina, n.d.r.) e quella diventa un APQuote.
Ma vado oltre.

I post così pubblicati potrei postarli anche su LinkedIn, uguali uguali.
Non è sempre possibile, ma quando uno stesso post è adatto a piattaforme diverse, sfruttiamolo.

E ancora.

Gli stessi post potrei pubblicarli su Instagram.
Ma no”, dirai.
Su Instagram puoi postare solo immagini e video.
Bene, nulla di più facile: screenshot del post su Facebook, et voilà, ecco una bella immagine pronta per Instagram.
E se raccogliessi una manciata di immagini di questo tipo, potrei pubblicare un bel carosello su Facebook e chiedere alle persone che mi seguono di votare il post preferito.
Andiamo ancora avanti.

Con questo bell’articolo sottomano, cos’altro potremmo fare?

Beh, perché non una newsletter?
La mia newsletter del lunedì in fondo altro non è che lo #spiegone stesso.
In questo modo raggiungo pubblici diversi, o anche le stesse persone con due modalità differenti, così ognuno se lo legge dove preferisce.

Alloro stesso modo, può diventare un articolo per il blog.
E in effetti, il mio blog è pieno di articoli che nascono da spiegoni come questo.
Ma non fermiamoci, continuiamo.

Ad esempio, si potrebbe trasformarlo in video.

Potremmo usare il testo semplicemente come traccia, oppure come vero e proprio copione.
Nel primo caso, fungerebbe solo da linea guida per parlare a braccio davanti a un obiettivo.
Nel secondo caso invece potrei addirittura “recitarlo” nel vero senso della parola, in modo più naturale possibile.

Con una qualsiasi app che abbia funzione di teleprompter (ovvero lo scorrimento del testo sotto l’obiettivo della fotocamera, come un “gobbo”) potrei essere pronto a girare anche con uno smartphone o un tablet.
Vale anche il contrario, ovviamente.
Ovvero, da un video potrei ricavare un articolo.
Grazie a servizi online gratuiti o a poco prezzo, mi basterebbe caricare il mio video e in pochi minuti avrei bello e pronto il mio articolo, che necessiterebbe solo di qualche revisione qui e lì.
Bene, diciamo che ora abbiamo anche il video di me che parlo mentre dico le stesse cose che sto scrivendo in questo articolo.
Cosa potrei farne del video?
Innanzitutto potrei caricarlo su Facebook.
Ma anche su LinkedIn.
Ma anche su YouTube.
Ma anche su Instagram.
Su Instagram addirittura potrei caricarlo come versione lunga (su IGTV), o come pillola di 60”.
Oppure come sequenza di pillole da 60”.
O anche tutte queste cose insieme.
A me la scelta.
Il video, a sua volta, si presta ad altri magnifici utilizzi.
Se estraessi l’audio, ad esempio, avrei un podcast bello pronto, da pubblicare sulla apposite piattaforme. 

Ragazzi, quanto volete che vada avanti?
Potrei proseguire a lungo, ma immagino abbiate colto il concetto.

Se volete agire come mezzi di comunicazione, non potete esimervi dal creare contenuti, disegnati e realizzati secondo criteri di marketing.


Da qui non si scappa.
Ma questo non vuol dire che non possiamo semplificarci la vita.
Una volta fatto lo sforzo di concepire un contenuto, questo va sfruttato al massimo e spremuto come un limone.
L’alternativa è che come limoni finiate spremuti voi stessi.

Entra nel mio gruppo chiuso #Officina2030, dove ci confrontiamo per costruire insieme i professionisti di domani:

https://alessandroprincipali.com/accedialgruppo

E per avere strategie concrete da applicare subito su te stesso, inizia leggendo il mio libro “Rubare 7 segreti di Personal Marketing a 7 politici di successo” : 

http://bit.ly/7segretidipersonalmarketing

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