Come trovare la propria strada? - Alessandro Principali

Come trovare la propria strada?

Il calciatore.

La dottoressa.

L’astronauta.

La ballerina.

Il benzinaio.

La pallavolista.

Il pilota.

La maestra.

Il bidello.…

Quando, da piccola/o, ti chiedevano cosa volessi fare da grande, tu cosa rispondevi?

Io sinceramente non me lo ricordo.

Anzi, sono piuttosto sicuro di non aver avuto mai un vero e proprio “lavoro dei sogni”.

Ricordo che intorno ai 3-4 anni posizionavo il mio tavolino di legno “a misura di nano” vicino al tecnigrafo (sai, quel tavolone enorme e reclinabile che si usava una volta per i disegni tecnici) di mio padre, Architetto, e provavo anche io a disegnare come faceva lui.

Chissà se, guardandomi mentre lo imitavo, in cuor suo Papà non abbia cullato il sogno che diventassi architetto come lui.

Probabilmente lo ha sperato.

I genitori, in fondo, cadono spesso nella facile tentazione di immaginare per i figli un futuro che segua le proprie orme.

Ad ogni modo, così non è andata.

Un vero e proprio “lavoro dei sogni” non l’ho mai avuto.

Ricordo che all’esame di maturità, terminato l’orale, i professori mi posero la classica domanda di rito:

E allora, ora che la scuola per te è finita…cosa vuoi fare da grande?

La rockstar”, risposi, con la faccia da cazzo che puoi permetterti di sfoggiare solo a 19 anni.

Aggiungendo poi: “E se dovesse andar male, farò il giornalista”.

Beh, la storia dice che non sono mai andato nemmeno lontanamente vicino né all’uno né all’altro.

La verità è che non c’ho mai nemmeno provato!

Il mio percorso ha seguito rotte completamente diverse, tortuose, intricate, con capovolte notevoli e saltelli a destra e a manca.

Il tuo percorso, invece, com’è stato?

Dritto e lineare, oppure sincopato e saltellante?

Sapevi sin da bambino/a cosa volessi diventare, oppure lo hai scoperto strada facendo?
Oppure, magari, ancora non lo sai per certo?

E ancora: hai seguito la strada dettata da qualcun altro, oppure hai fatto di testa tua?

Hai seguito le tue passioni?

Hai assecondato il tuo talento?

Ti sei trovata/o a fare qualcosa per puro caso e hai scoperto improvvisamente che tutto sommato ti piaceva?

Alcuni anni fa, un ragazzo di circa 16 anni mi ha chiesto:

Che consiglio daresti a uno della mia età per trovare la propria strada?

Azz, ma che ne so!

Domanda difficilissima, resa ancor ostica dal fatto che a porla è un ragazzo giovane che sicuramente si aspetta anche una risposta intelligente, magari illuminante.

Troppa responsabilità tutta insieme!

Ho pensato un poco, e alla fine ho risposto:

“Guarda, onestamente non lo so.
Posso solo dirti quello che penso abbia funzionato con me.

Con me ha funzionato questa roba qui:

qualsiasi cosa abbia fatto nella vita, sin da bambino, l’ho fatta sempre cercando di farla al massimo delle possibilità.

Non importa di cosa si trattasse: 

poteva trattarsi di fare i compiti della scuola, come anche di organizzare uno scherzo a un compagno di classe. 

Poteva trattarsi di fare un favore a un amico, come anche di preparare un costume fatto a mano per una recita.

Poteva trattarsi di allenarmi a basket, come anche di dedicarmi a un servizio di volontariato, o di imparare a preparare un Mojito da scolarmi tutto d’un fiato.

Guardando indietro, mi rendo conto che qualsiasi cosa abbia fatto, ho cercato sempre di non accontentarmi del minimo sindacale, ma di provare a farla al meglio possibile.

Ma non è stata una cosa studiata, l’ho fatto e basta, perché mi veniva spontaneo e perché non vedevo altri modi per fare le cose.

Riflettendoci oggi da grande, però, mi accorgo che proprio grazie a questa impostazione mentale sono arrivate le migliori occasioni della mia vita, la maggior parte delle quali totalmente fortuite, inaspettate e non cercate.

Quindi, ecco, se devo darti un consiglio, ti dico: 

qualsiasi cosa tu faccia, falla bene.
Non importa che sia giocare alla Play, studiare per l’interrogazione, o rollare una canna. 

Tu falla meglio che puoi, e vedrai che non dovrai cercare nessuna strada, perché sarà la strada a trovare te.

Mi ha guardato interessato, sembrava abbastanza soddisfatto della risposta.

Dentro di me, però, pensavo: “Mah”.

In fondo, gli ho detto una cosa forse anche piuttosto banale. 
O forse no, non lo so. Forse suona banale a me, ma non lo è.

Forse, semplicemente, è una domanda alla quale io stesso per tanti anni non sono riuscito a dare una risposta convincente.

Qual è il modo migliore per trovare la propria strada?



Meglio seguire la tua passione?

Certo, sarebbe bellissimo, ma cosa accade se hai la passione per qualcosa in cui sei completamente negato/a?

Voglio dire, potresti avere la passione per il calcetto, ma se Madre Natura ti ha dotato di piedi quadrati, allora seguire la tua passione non ti porterà assai lontano.

Allora forse è meglio sfruttare un tuo talento speciale?

Bellissimo anche questo, ma cosa accade se non sai quale sia il tuo talento speciale?

Io sono assolutamente convinto che tutti abbiamo almeno un talento speciale, ma sono altresì consapevole che la maggior parte delle persone muoiono senza sapere quale esso sia, o senza averlo mai sperimentato.

Inoltre, anche una volta individuato, non è mica detto che con quel talento tu possa camparci.

Insomma, deve essere un talento per cui qualcun altro sia disposto a sborsare denaro per trarne dei benefici, che siano clienti pronti ad ingaggiarti oppure una azienda pronta ad assumerti.

Altrimenti, è un talento fine a se stesso. 

E allora, forse meglio non lasciarsi imbambolare da sogni astratti, e badare piuttosto alla sostanza, alla concretezza, al pane da mettere in tavola?

Insomma, dedicarti a qualcosa che sia ben remunerativo, magari affidandosi ad una bella attività di famiglia già avviata da tre generazioni.

Difficile dire che non sia una scelta saggia.

Ma probabilmente ti rimarrebbe sempre quel tarlo in testa, che suona più o meno così: 

eh però…se avessi preso una strada diversa, quanto sarei più felice oggi!

Insomma, la cosa più facile da pensare è che la condizione di partenza migliore si presenta quando le tre dimensioni sopra citate si intersecano fra loro.

Ovvero, quando:

– hai un’innata e incontenibile passione per qualcosa…
– …qualcosa in cui scopri di essere anche straordinariamente talentuoso/a
– …e che – ciliegina sulla torta! – ti offre pure significativi sbocchi commerciali con interessantissime opportunità economiche!

Scenario ideale, ma guardiamoci negli occhi: 

quanto devi essere fortunato/a per trovarti in una condizione del genere…già ai blocchi di partenza?


Farò un’eccezione stavolta: 

lascerò questo “Spiegone” in sospeso, senza dare risposte.

Tu cosa ne pensi?

qual è il modo migliore per trovare la propria strada?


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