Pattern - Alessandro Principali

Cosa c’entra il reggaeton con la tua professione?

Tra poco tornerà l’estate.
E come ogni anno arriveranno piogge di tormentoni che onestamente ormai non saprei neanche più quali siano.

Ti sei mai chiesto come fanno ogni anno a sbancare dei motivetti che a pensarci bene sono delle porcherie-che-metà-basta?

Bene, ti racconto una cosa che ti sarà utile tenere a mente anche nelle tue attività.

Parliamo di pattern.

Chi ha letto il mio libro sa di cosa parlo. A proposito, leggi qui le recensioni e accaparrati il libro adesso!

Pattern è un termine inglese che significa “modello, schema ricorrente, struttura
ripetitiva”.
Indica la ripetizione di una determinata sequenza.

È proprio sul meccanismo del pattern che si regge da anni, ogni estate, il fenomeno del reggaeton.
Non c’è anno che faccia eccezione: da maggio a settembre sai già che ti sorbirai il tormentone latino-americano in tutte le radio e in tutte le dance hall, a notte fonda così come all’alba.

Il belloccio brasiliano-argentino-messicano di turno ti calerà dall’alto la sua hit caliente, e tu sai già che ti sbrodolerà addosso un tot di sol, amor, playa, canciòn, tu cuerpo rico, baila conmigo, incastonati in quel tùm—tatùm-tà — tùm — tatùm-tà, che ti farà ancheggiare maldestramente col mojito tra le
mani.

E maledici te stesso, perché fino a una settimana prima avevi giurato che mai e poi mai avresti ballato quell’ennesima robaccia commerciale.
E invece sei lì a farfugliare sguaiato un improbabile spagnolo misto lucano.

Ma non funziona solo col reggaeton.

Nella musica pop il pattern viene utilizzato continuamente.

Le canzoni pop di successo sono infatti strutturate intorno a delle sequenze
melodiche che si ripetono sempre uguali a sé stesse.

Devi sapere che esistono delle sequenze di note che si ripetono sempre
uguali, e che costituiscono la base della maggior parte di canzoni pop.
Senti qui, ad esempio:
👉🏼https://youtu.be/RbgjkrWMqfg

Figata eh?

Non entro nei tecnicismi perché non so se tu abbia o meno nozioni musicali di base, e non vorrei annoiarti qualora non le avessi (per inciso, io nemmeno sono un musicista, ma basta avere la conoscenza di uno strumento anche a livello faló-sulla-spiaggia per rendersene conto).

Il nostro orecchio è così abituato a quelle sequenze melodiche (per l’appunto, pattern) che quando ascoltiamo la canzone, anche se è la prima volta, questa ci sembra familiare.
Ovviamente è una sensazione non conscia, perché intorno a quelle sequenze ruotano significative variazioni sul tema, altrimenti le canzoni sarebbero veramente una uguale all’altra!

Ma a livello inconsapevole il nostro cervello registra che quella sequenza melodica è qualcosa di familiare.
E la psicologia ci insegna: quel che è familiare, alla lunga, spesso acquista una certa piacevolezza.

Insomma, per farla breve: quando ascoltiamo una canzone pop costruita intorno al solito pattern ci immergiamo in qualcosa che siamo già abituati ad ascoltare, e ci suona per questo gradevole.

È un fatto noto, non sto svelando nulla di segreto.

Perché la musica commerciale si affida in modo così massiccio all’uso di pattern?

Semplice: perché è una mossa a (quasi) colpo sicuro.
Lanciare una canzone completamente nuova e innovativa, invece, sarebbe molto rischioso.
Certo, potrebbe fare il botto e sbancare tutto.
Ma sono molte più le probabilità di passare completamente inosservata.
Utilizzare il Pattern invece è una scelta che tutela e protegge.

Cosa puoi fare con questo meccanismo nella tua professione?

Per esempio puoi creare il tuo pattern.
O i tuoi molteplici pattern, 10, 100, 1000.

Creare delle sequenze di azioni sempre uguali alle quali il tuo pubblico si abitui è un’ottima idea.
Puoi spaziare dalle più piccole azioni fino alle più significative.
Le più piccole possono riguardare ad esempio il modo in cui comunichi, in cui parli in video, in cui scrivi articoli, in cui ti congedi.
Le più significative possono riguardare il modo in cui strutturi i processi della tua azienda, o in cui presenti le tue offerte, ad esempio.

Il tuo pubblico alla lunga sarà così assuefatto a questa o quella sequenza che finirá per restarci male se non dovessi proporgliela più.

Non ti sto dicendo di creare il tuo tormentone, ma quasi.

Ricky Iglesias, scànsate proprio.

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