Nel 1999 avevo 17 anni, portavo i capelli lunghi (sì ne avevo ancora tantissimi!), passavo il tempo studiando (sono sempre stato un tipo abbastanza “secchione”), giocando a basket, importunando maldestramente giovani coetanee.

Ma soprattutto ascoltavo musica.
Tanta, tantissima.

Spaziavo dal cantautorato italiano (De Andrè, Guccini, Bennato, …) ai Nirvana, da Bob Marley & The Wailers alla peggiore dance anni ‘90 (Gigi Dag, Prezioso, Eiffel), dagli 883 agli Iron Maiden, dai Beatles agli Ska-P.

Quell’anno caló su noi giovanissimi appassionati un dono dal cielo: si chiamava Napster.

Napster era la prima piattaforma “peer to peer” che consentiva di scaricare (illegalmente of course) tutta la musica del mondo.

Wow!

Una roba clamorosa.
In pochi secondi avevi sul pc migliaia di brani, centinaia di album, milioni di artisti.

Era la rivoluzione!

Niente più ore spese in giro per la cittá alla ricerca di cd introvabili, niente più soldi messi faticosamente da parte per comprarsi l’ultimo album, niente più interminabili ore di attesa sperando che su MTV passassero la hit del momento.

#tuttalamusicadelmondo era lì, tutta sul tuo pc, tutto subito, tutta gratis!!!

Paradiso.

Duró poco.
Una delle band più popolari al mondo, i Metallica (li amavo, ma in quel momento li odiai), decise di far causa a Napster.
Dieci milioni di dollari la somma richiesta come risarcimento.
Sbàm.

La faccio breve: Napster di fatto chiuse senza pensarci su troppo.

Le case discografiche esultarono pensando di aver vinto la guerra.
Ma così non fu.

Napster aveva aperto una breccia.
E da quel momento la musica non sarebbe mai più stata la stessa.

La gente aveva annusato l’odore del digitale, il profumo del tutto e subito, la fragranza del sentirsi indipendenti dall’acquisto dell’album.

Il mercato discografico di oggi è il risultato di un percorso iniziato da Napster, buonanima.

Crollo dei margini per le case discografiche, implosione dei negozi di vendita al dettaglio, boom del download e dello streaming (legale e non), esplosione dei pezzi singoli, e poi business spostato sui concerti live e sul merchandising, YouTube, il fenomeno della musica indipendente.
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Sai qual è la più grande lezione che mi sono portato a casa?
Questa qui: ha-vinto-la-gente.

#havintolagente.

Segnatela così, è facile facile.
👉🏼Quando la gente scopre un servizio con benefici maggiori rispetto al servizio che aveva prima, non sarà MAI disposta a tornare indietro, e quel servizio prima o poi lo otterrà.

Non importa quanto il nuovo servizio sia più o meno inquadrato in una normativa (anzi, spesso non lo è, poichè l’innovazione viaggia più veloce delle leggi).
Non importa se ci sia o meno fair play verso i concorrenti.
Non importa quanti soldi perdano le aziende che detenevano il monopolio fino a un attimo prima.

Quando la gente vuole un servizio, se lo prende.

Capisco perfettamente la frustrazione di chi vede il proprio castello sgretolarsi sopra la testa.
È la condizione di chiunque abbia un business proprio, professionisti e imprenditori.
Ma non solo, anche di chi lavora come dipendente presso aziende aggredite da nuovi e inediti competitor.
Non è una condizione facile, io questo lo capisco benissimo anche perchè lo vivo sulla mia stessa pelle.

Ma quando vedo i tassisti far gli scioperi contro Uber, i negozianti che fanno pagare ai clienti la “prova” delle scarpe per punirli del fatto che poi le compreranno su Zalando, le aziende che fanno causa ad Amazon perchè mostrano i prodotti dei competitor, beh io ripenso sempre ai Metallica.

Puoi vincere una, dieci, cento battaglie, ma la guerra mai: la guerra, presto o tardi, la vince la gente.

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Ora, la maggior parte di noi ha oggi un business proprio.

Abbiamo due scelte:

 da una parte arroccarci sulle nostre rendite di posizione e far la guerra a qualsiasi innovazione sopraggiunga a sparigliare le carte del nostro mercato.
È una guerra che possiamo fare, ma sapendo che alla meglio potremo tirarla avanti qualche tempo, forse qualche anno, ma finiremo per capitolare senza dubbio.
Non importa quanto quell’innovazione stia “giocando sporco”. Anche se sentiamo di avere ragione, la guerra la perderemo.

 Dall’altra parte la seconda possibilità: capire il vero motivo, la ragione più profonda per cui la gente (leggi “i tuoi clienti”) ti sta abbandonando per andare altrove, e sbrigarti a fornire una controproposta convincente.
E se da qualche parte nella tua testa sta ronzando l’idea che “la gente mi abbandona perchè va dove costa meno!”, sappi che ti stai dando la risposta più facile, e che per tua (s)fortuna è anche quella sbagliata.

La gente non sceglie un altro servizio “perchè costa meno”. A volte puó essere questa la molla iniziale, ma sulla lunga non è mai la ragione vera.

[Per tornare alla musica, nonostante sia ancora possibile scaricare illegalmente i brani, oggi la stragrande maggioranza degli utenti sceglie di accedere a forme di download e di streaming legali e a pagamento].
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Quando in un business irrompe una grande novitá, ci sono 3 modi per gestire la faccenda:

Subire la novità: praticamente ti lasci morire.
⚠️Reagire alla novità: la combatti, la attacchi, provi a distruggerla, ma il tuo destino è segnato.
Cavalcare la novità: la usi per capire ancora meglio i tuoi clienti e cosa veramente li sta attraendo, e poi diventi cintura nera di quella cosa lì, prima degli altri.

‼️Domande da farti quest’estate:

Cosa o chi potrebbe minacciare il mio business nei prossimi 3-5-10 anni?
Qual è il motivo per cui i miei clienti potrebbero preferirmi altro o altri?
 Come posso considerare questo elemento e sfruttarlo a mio vantaggio FIN DA SUBITO?

🙃
Buon lavoro.

Ps: qualora tu sia in pena per i Metallica, beh non esserlo. Sono stato a un loro concerto di recente, e sono in splendida forma.
Nonostante la vendita degli album rappresenti per loro oggi solo un decimo degli introiti annuali, nel solo 2018 hanno comunque messo in tasca 50 milioni di dollari fra live e tutto il resto.
Il pranzo con la cena lo mettono insieme.

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