La comunicazione, alla fine della fiera, è una cosa semplice.
Semplice, non banale.
Obiettivo:
👉🏼far sì che il messaggio che ho in testa arrivi nella testa del mio target in modo inalterato.
Fine.
Basta.
É tutto.
Ma ci sono dei problemi.
Analizziamo la frase, spacchettandola in piccole frasi.
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1️⃣ Il messaggio che ho in testa.
🤯
Ecco, qui si annidano le prime rogne.
Già, perché questo implica che io abbia chiarissimo quale sia il messaggio da inviare.
Peccato che la maggior parte delle persone, o dei brand, non abbia ben chiaro cosa dovrebbe dire.
👉🏼 Innanzitutto il primo scopo di un messaggio è quello di rinforzare il posizionamento del brand che rappresento.
Se il messaggio non rinforza il posizionamento, non si capisce perché mai dovrebbe essere inviato.
Un messaggio che annacqua, o peggio ancora distrugge il posizionamento che il brand si é faticosamente costruito in anni, è un danno gigante.
Sul tema del posizionamento vi ho fracassato le balle diverse volte, lo farò ancora.
Andiamo avanti.
👉🏼 Oltre a rinforzare il mio posizionamento, il messaggio dovrebbe provocare una reazione.
Un cambio di opinione.
Il desiderio di approfondire.
Un’azione specifica (visitare il tuo sito? telefonarti? lasciarti un’email?…)
Quando il messaggio non nasce per provocare una reazione, é un messaggio sprecato.
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2️⃣ Arrivi nella testa del mio target.
🙄
Altro problema.
Per arrivare al mio target devo sapere chi é il mio target.
E qui si apre un mondo.
Quali sono le persone che potrebbero nutrire un interesse nei confronti della mia proposta?
👉🏼 Certamente quelle che già oggi stanno spendendo dei soldi per risolvere un problema, problema che la mia soluzione è in grado di sbrogliare molto meglio.
[N.B.: quando dico problema non parlo necessariamente di un grave disagio. Parlo anche di desiderio, o di voglia di migliorare qualcosa].
👉🏼 Ma anche quelle che hanno solo la consapevolezza del problema e che non hanno ancora mai provato a risolverlo.
👉🏼 E ancora, quelle che non hanno nemmeno la consapevolezza del problema.
Ora, é chiaro che per ognuno di questi target dovró confezionare un messaggio diverso.
O no?!!
Dopodichè c’è un altro aspetto che mi preoccupa: dove si trova il mio target?
Ammesso che lo abbia ben identificato, dove lo vado a pescare?
Quale sia il canale corretto per raggiungere il target è un’altra bella gatta da pelare.
Molti “epic fail” di brand noti nascono proprio da qui.
Ricordate Pandora un paio di Natali fa?
Coi suoi cartelloni piazzati nelle metropolitane, andava a beccare vagonate di gente totalmente fuori target.
E sapete come è andata.
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3️⃣In modo inalterato.
🙀
Già.
Sembra una cosa ovvia, ma ovvia non è.
👉🏼 Se vuoi comunicare, parti sempre da un presupposto: il tuo messaggio sarà sicuramente distorto.
Se pensi che le tue parole arriveranno a destinazione così come sono partite, sbagli.
Di grosso.
👉🏼 Già, perché – devi sapere – i nostri cervelli bacati sono programmati apposta per distorcere i messaggi che ci arrivano.
Perchè è il modo più semplice per comprenderli.
È la via più comoda per far sì che il messaggio che ci arriva si infili comodamente all interno dei nostri schemi mentali.
Insomma, lo distorciamo affinchè sia più comprensibile dalle nostre testoline, fatte di schemi e di pregiudizi (pre-giudico = mi faccio un’opinione prima di conoscere al meglio i fatti).
👉🏼 Te la faccio breve, ma è così: i nostri cervelli sono fatti apposta per distorcere dati, modificarli e persino eliminarli.
Ora, sapendo questo, pensi veramente che chi sta dall’altra parte capirà esattamente quello che gli hai detto?
Sapendo questo, credi davvero che assorba il tuo messaggio in modo identico rispetto a come lo hai concepito?
Sapendo questo, ritieni sul serio che ti sia sufficiente aver lanciato un messaggio al tuo target per essere sicuro che quello capisca?
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Domandina per bambini intelligenti: di chi è la responsabilità di far comprendere il messaggio mandato?
…
…
Bravo, risposta corretta.
La tua.
Semplice no?