La leva che non può mancare mai nel tuo marketing - Alessandro Principali

La leva che non può mancare mai nel tuo marketing

Anche quella mattina il Signor G. si era svegliato con le prime luci.
Alle 6.05 in punto era suonata la sveglia.La prima della giornata.
La seconda suonava sempre alle 6.08, e l’ultima alle 6.10.
In realtà intorno alle 5.50, normalmente, il Signor G. apriva gli occhi spontaneamente.

Poi attendeva sempre nel letto pazientemente.Avrebbe potuto alzarsi, ma gli piaceva aspettare in silenzio quel momento in cui le tre sveglie impostate iniziavano a darsi velocemente il cambio.
Come una staffetta fra sveglie.

A dirla tutta, non c’era alcun motivo per impostare non una, ma ben tre sveglie differenti.Era un retaggio di quando andava all’università, ormai oltre vent’anni prima.
All’epoca infatti il Signor G. faceva molta fatica a svegliarsi al mattino, e qualche volta era capitato che non sentisse l’allarme e continuasse a dormire beato, saltando la lezione a piè pari.Così, per scongiurare il rischio, aveva preso l’abitudine di impostare tre orari diversi, così da essere certo che almeno un allarme su tre lo avrebbe svegliato.

E infatti funzionò.

Ormai, però, non ce n’era alcun bisogno. Da anni il Signor G. aveva assunto un ritmo di vita estremamente cadenzato.
Cena alle 19:00, lettura di un libro fino alle 21:00, e poi dormire.Tra le 5:30 e le 5:50 si svegliava sempre spontaneamente.

Ma restava affezionato alle tre sveglie, come ai tempi dell’università, e così continuava a puntarle affettuosamente ogni sera.
Si preparava un toast con burro e marmellata, e lo accompagnava con un thé verde.

Arrivava in ufficio alle 7:40, dopo una breve corsa in tram.
L’ufficio apriva alle 8:00, e così poteva restarsene venti minuti a passeggiare nel parchetto di fronte, salutando gli anziani a passeggio.

Una volta seduto alla sua scrivania, il Signor G. iniziava a lavorare a testa bassa, senza interagire realmente con i colleghi.
“Buongiorno”“Buon lunedì!”“Buon fine settimana”
erano gli scambi pressochè rituali.

I colleghi amavano ritrovarsi alle macchinette del caffè per distrarsi e parlare di donne, amici, motori, politica.

Il Signor G. no. Non per snobismo, ma semplicemente per disinteresse.
Non avrebbe saputo cosa dire: non votava alle elezioni da almeno 10 anni, il calcio non lo aveva mai seguito, non possedeva neppure un’automobile e l’ultima donna frequentata era stata Luisa, una compagna di università con cui era uscito due volte prima di perderla di vista.

Ogni tanto sentiva dai corridoi provenire qualche sottile battutina rivolta chiaramente a lui.
Oggetto delle frecciatine erano sempre le stesse cose: la forte sudorazione, la forfora, i vestiti una taglia di troppo.
Insomma, niente di grave, in fondo.
E poi erano le stesse cose che si sentiva dire da una vita, e ormai davvero non ci faceva più caso.

Al Signor G. importava una cosa soltanto: tornare a casa puntuale per sintonizzarsi sul suo programma radiofonico preferito.

Una volta in casa, infatti, sapeva che per 30 minuti, dalle 18:00 alle 18:30, la sua vita avrebbe avuto un sapore completamente diverso.
Il radio-conduttore esordiva sempre con la stessa frase, pronunciata con voce calda, calma e suadente:
Buon pomeriggio amici miei. Spero di trovarvi più felici di ieri e meno di domani.Benvenuti anche oggi a “Vita da leoni”, il programma che vi racconta le gesta eroiche dei personaggi della Storia.Impareremo da loro come diventare uomini migliori: più audaci, più consapevoli, più forti.”

La speranza

Se dovessi menzionare una sola leva che più d’ogni altra fa muovere qualsiasi essere umano, non avrei alcun dubbio: è la Speranza.

La Speranza di ottenere futuro migliore, più roseo, più brillante, è la forza principale che guida qualsiasi azione umana.

È una forza insita in noi.

Pensaci bene.

La Speranza è il motore che fa andare avanti il mondo da secoli, da millenni, da milioni di anni.

Uomini e donne sono andati fieramente incontro alla morte in guerre di Indipendenza, o in guerre di Liberazione, nella Speranza di regalare ai propri figli e nipoti un futuro senza catene.

O, molto più in piccolo, tantissimi giovani sacrificano i loro anni migliori – quelli in cui potrebbero divertirsi senza freni, senza pensieri, senza limiti – per stare chiusi in casa a studiare, nella Speranza di conseguire un titolo di studio che possa offrire loro un futuro più gratificante.

Tutte queste persone non hanno alcuna prova che quel futuro migliore si realizzi veramente.
Ma non possono fare a meno di provarci.

Perché la forza della Speranza è enorme.

Anche nelle situazioni più disperate.

L’uomo è programmato per essere Speranzoso, altrimenti l’evoluzione si sarebbe interrotta chissà quante Ere fa.

La Speranza è la leva numero uno che fa compiere azioni agli uomini e alle donne.

Non esiste leva più forte.

Speranza = Azione.

Ecco perché, in quello che comunichiamo all’interno del nostro marketing, dobbiamo sempre fare in modo di donare la Speranza al nostro pubblico target.

La Speranza che la situazione possa cambiare, migliorare, evolversi.

Quel che, quindi, i tuoi materiali di marketing (dal sito alle brochure, dalle sponsorizzate Facebook ai video YouTube, dalla pagine di riviste cartacee ai Webinar..) dovrebbero mettere sempre in luce, è la Speranza che stai offrendo al tuo pubblico.

Questo può e deve essere fatto con tutti, se vuoi portare quella persona ad agire.

Speranza, azione

Ci sono solo due casi in cui è praticamente impossibile far agire una persona:

1) Quando essa è completamente appagata della situazione attuale.

È così piena di beatitudine e di gratitudine verso la vita, o verso un’area specifica di essa, da non desiderare veramente null’altro.

In questo caso, è veramente dura spingere questa persona ad agire e farla scegliere di muovere le terga.

Facile intuire il perché: se ho già il massimo che possa desiderare, chi me lo fa fare di sbattermi oltre?

Per chi deve fare marketing questa condizione è un dramma, perché non c’è modo di convincere costui a valutare un mio prodotto o un mio servizio.

Tuttavia…

Fortunatamente per noi – noi che vogliamo vendere i nostri servizi – questo caso è estremamente raro.

Perché in realtà tutti noi tendiamo a vivere in uno stato di perenne insoddisfazione.

Ci sono attimi di soddisfazione e di felicità, certo, ma durano, per l’appunto, un attimo.

Dopodiché tendiamo a guardarci nuovamente intorno alla ricerca di qualcos’altro che possa riempire quello spazietto di appagamento che è rimasto nuovamente vuoto.
Insomma, possiamo dire che la natura umana è dalla nostra parte 😀

2) Quando la persona ha completamente perso la speranza.

Quando una persona infatti è entrata in uno stato di totale apatia, e ritiene che non ci sia nulla da fare rispetto alla sua posizione, anche in tal caso è molto difficile spingerla all’azione.

“Se non ho modo di cambiare le cose, perché mai dovrei sbattermi ulteriormente? Meglio accettare l’inevitabile e farsene una ragione”

Un uomo o una donna che hanno perso ogni Speranza, non compiono azioni.

Ma noi, per far funzionare il nostro marketing, abbiamo bisogno come il pane di persone che vogliano compiere delle azioni.

Per cui, anche di fronte a chi ha avuto mille delusioni, ha preso mille calci in faccia e mille volte ha visto sbriciolarsi le sue aspettative, perdendo completamente la Speranza, è necessario procedere per RI-attivarla.

Come dici? Lo chiedi a me?!?

No anzi, lo chiedo io a te.

In che modo secondo te potresti far capire al potenziale tuo cliente che “stavolta sarà diverso”?

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