Perché una bufala mondiale serve anche a te come Professionista
Metti da una parte l’episodio (bufala) che vede il frontman dei Måneskin accusato ingiustamente di aver sniffato cocaina durante l’Eurovision festival.
Ora dall’altra parte metti la tua Dimensione di Professionista.
Ecco.
Ora: se ti dicessi che fra questi due elementi c’è una connessione importante, cosa penseresti?
Forse penseresti che il nesso sta nel fatto che i Måneskin hanno ottenuto un grande successo, e che anche tu come Professionista potresti ambire allo stesso successo?
Naaa, figurati se mi avventurerei mai in questa retorica nauseabonda.
Penseresti allora che stia per lanciarmi in un bel pippone motivazionale sul fatto che la fatica e l’impegno ripagano sempre e che non bisogna mollare mai?
Beh, caspita, davvero mi fai così scontato?
Ebbene no, il nesso è un altro.
Seguimi per scoprirlo.
Alt.
Facciamo un brevissimo salto all’indietro per chi non avesse seguito la vicenda:
i Måneskin, band romana balzata agli onori della cronaca prima con un secondo posto a X-Factor nel 2017 e poi con la vittoria a Sanremo nel 2021, partecipano all’Eurovision Song Contest.
Una specie di Giochi Senza Frontiere della musica.
In pratica, artisti di ogni nazione si sfidano portando una loro hit e alla fine si decreta il Paese vincitore.
Dopo 31 anni dall’ultima vittoria dell’Italia (all’epoca fu Toto Cotugno a innalzare il tricolore), i Måneskin portano il Belpaese alla vittoria, e in un batter d’occhio tutta Europa si accorge di loro.
Vuoi perché son bravi, vuoi perché il frontman è figo, vuoi per il look glamour, vuoi perché la bassista acchiappa, insomma fatto sta che il Vecchio Continente impazzisce letteralmente per il loro brano vincitore “Zitti e buoni”.
Bene, tutti contenti.
Accade però che i Måneskin abbiano vinto scavalcando la cantante rappresentante della Francia, che nel pre-festival era data per favoritissima, e che invece finisce seconda, con molti punti di distacco dal primo posto.
Come sappiamo, italiani e francesi si vogliono bene, ma quando si tratta di competizioni non se le mandano a dire (pooopporoppoppopopòòò).
E così accade che in conferenza stampa, un giornalista si alzi in piedi di fronte alla platea e comunichi al frontman Damiano David, voce della band, che circolerebbe un video in cui sembrerebbe che questi stia sniffando cocaina sul tavolo proprio davanti alle telecamere, durante il Festival.
Lui nega subito, basito e attonito, anche perché tutti i componenti hanno sempre dichiarato, sin da inizio carriera, di non fare uso di alcuna droga.
Bene, la cosa finisce lì.
Oppure no?
Beh, no, perché ai giornali francesi non pare vero di poter alzare il polverone sulla vicenda e così rilanciano per giorni la fake news, chiedendo addirittura di invalidare la vittoria dei Måneskin.
[cosa peraltro difficile a comprendersi, dal momento che non si capisce cosa c’entri l’uso di stupefacenti con una vittoria in un contest musicale].
Per chiudere le ridicole polemiche, il frontman dei Måneskin effettua volontariamente un test anti-droga, che esce completamente negativo.
Bene, stavolta fine della vicenda, verrebbe da dire.
E invece no.
Perché se fai una breve ricerca in rete, ti accorgi che il fatto è tutto fuorché archiviato.
Da un punto di vista tecnico è ufficialmente chiuso: l’Eurovision Song Contest ha confermato che i Måneskin sono e restano i meritevoli vincitori.
Da un punto di vista pratico, l’esito negativo del test sancisce chiaramente che il fatto non sussiste.
Tuttavia…
…tuttavia, prova a fare un giro nel web e sui social.
Troverai che è pieno di gente (non tanto in Italia, quanto in Europa e nel mondo) che commenta la vicenda e scherza sul fatto che Damiano David sia un cocainomane.
Battute, meme, allusioni sarcastiche.
In Europa, la maggior parte del pubblico non ha affatto approfondito la vicenda evidentemente.
Evidentemente e – aggiungo io – più che comprensibilmente.
Già, perché la gente di base ha altro a cui pensare nella vita.
Mi spiace davvero per i ragazzi, ma questa “ombra” resterà ancora per diverso tempo.
Intendiamoci, questo non toglierà loro nulla in termini di carriera e di opportunità (spero).
Ma se fossi tu al loro posto non saresti infastidito e seccato nel vedere una voce di corridoio falsa sul tuo conto circolare indisturbata, nonostante i fatti la smentiscano chiaramente?
Immagino lo saresti.
Bene, veniamo a noi.
Che diamine c’entra tutto ciò con la tua Dimensione di Professionista?
Lascia che mi spieghi.
Nel bene e nel male, le Percezioni sono molto più forti della realtà.
A ben vedere, non esiste davvero una Realtà oggettiva.
Certo, esistono dei dati di fatto, ma questi assumono un senso solo attraverso le percezioni che li filtrano.
La “lente” attraverso cui guardi i fatti del mondo, influenza enormemente il modo in cui percepisci il mondo stesso.
Ora, se hai seguito questo passaggio, avrai capito che ognuno di noi ha la sua lente, diversa da persona a persona, che si è formata e costruita negli anni sulla base di ambiente ed esperienze vissute.
Ma non è tutto.
C’è un altro aspetto.
Al di là della “lente” che ciascuno di noi si è costruito nel corso della vita in modo quasi del tutto inconsapevole, ci sono tante altre “lenti” che possono essere indotte dall’esterno in modo diretto.
Ad esempio:
immagina che io ti parli di un mio amico in questi termini:
“guarda devo assolutamente presentartelo, è simpaticissimo. Ma non solo, è una persona di grande sensibilità e cultura, all’apparenza appare introverso perché è molto rispettoso degli spazi altrui e non ama mostrarsi, poi appena lo conosci meglio scopri che dentro ha un tesoro immenso nascosto!”
Ecco, parlandoti in questi termini del mio amico, ti fornirei una “lente” con cui guardarlo ed interpretare i suoi comportamenti.
Infatti, immagina il momento in cui dovessi tu incontrarlo e parlarci per la prima volta.
Con ogni probabilità, ti approcceresti a lui in modo aperto e piacevole, e ascolteresti le sue parole con molto interesse.
Se lui dovesse dimostrarsi un po’ silenzioso nei tuoi confronti, interpreteresti ciò come una forma di riservatezza e di garbo, che apprezzeresti.
Insomma, i suoi comportamenti andrebbero a confermare e rinforzare la percezione che già ti eri costruito nella mente grazie alla “lente” da me fornita.
Ovviamente, nulla vieta che, conoscendolo meglio, potresti farti del mio amico un’idea diversa.
Ma sarebbe comunque più difficile.
E probabilmente, anche in quel caso, resterebbe nella tua testolina sempre un vago punto interrogativo, del tipo:
“possibile che stia sbagliando io, e che non riesca a vedere la persona straordinaria che è?”
Insomma, la “lente” da me fornita, quand’anche non funzionasse, farebbe comunque sentire il suo richiamo di tanto in tanto.
Il nostro cervello è una macchina meravigliosa, che si avvale di “lenti” per guardare il mondo.
Ne ha letteralmente bisogno.
Senza quelle “lenti”, interpretare i fatti del mondo sarebbe enormemente più difficile, per certi versi impossibile.
Pensa a quanti miliardi di input il tuo cervello riceva quotidianamente, ogni ora, ogni minuto, ogni secondo!
Dall’esterno, dall’interno, dai colori, dai suoni, dalle persone, dagli oggetti, dalle voci, dalla pelle.
Miliardi di input che ogni frazione di secondo bussano alla porta della tua testolina desiderosi di entrare.
Se il cervello dovesse fermarsi ad elaborarli tutti compiutamente, impazzirebbe.
È per questo che si serve di “lenti”.
Sono necessarie per “semplificarsi la vita”: così facendo, infatti, può dare sempre un’interpretazione ai fatti senza bisogno di elaborarli approfonditamente.
A volte questo provoca anche problemi:
i pregiudizi, i razzismi, i sessismi, nascono dallo stesso tipo di meccanismi.
Ok, ma cosa c’entra questo con la dimensione del Professionista?
Hai ragione, veniamo a noi.
Il punto è che, come avrai capito, una volta che la “lente” ha fatto il suo lavoro, ovvero aiutarti ad interpretare i fatti o farti un’idea su una persona, è molto difficile estirpare questa idea.
È ancora possibile, ma è complicato.
Questo meccanismo puoi usarlo a tuo vantaggio.
Posizionarsi efficacemente nella mente dei tuoi Clienti poggia esattamente su questo meccanismo.
Il cervello dei tuoi potenziali clienti ha bisogno che tu ti posizioni in modo chiaro perché questo lo aiuta a farsi un’idea di te.
Potremmo dire che è lo stesso cervello dei tuoi clienti che te lo sta chiedendo:
“Per favore, posizionati in modo chiaro e semplice, altrimenti fatico troppo per capire chi sei e che diavolo fai. E io di sbattermi così tanto non ho gran voglia”.
Posizionarti in modo semplice e cristallino è un favore che fai a te stesso/a, ma è anche un favore che fai alle testoline dei tuoi clienti, che potranno così rilassarsi perché sono riuscite finalmente a incasellare il tuo nome in un cassettino preciso.
E una volta che ti avranno piazzato lì, sarà molto difficile eliminarti, perché questo comporterebbe mettere in discussione delle certezze acquisite.
E tutto ciò sarebbe faticoso.
Per cui il cervello dei tuoi clienti andrà sempre alla ricerca di elementi che possano confermare l’idea che si sono già fatti di te, piuttosto che di elementi che la smentiscano.
Per assurdo (ma nemmeno troppo…), potrebbe bastare essere la prima persona a dichiarare:
“io sono il principale esperto di XY al mondo”
per fornire già così una lente a chi ti ascolta!
E questo senza nemmeno fornire uno straccio di prova!
Attenzione, non sto dicendo di dichiarare il falso, o di costruirti un’immagine vuota e fasulla.
Così come non sto dicendo che sia sufficiente auto-proclamarsi esperti di qualcosa per esserlo realmente.
Sto dicendo che se hai delle competenze straordinarie, e se ritieni di essere unico in qualcosa, dovresti farlo sapere al mondo prima che lo faccia qualcun altro.
Perché il primo che pianta la bandierina, inizia a giocare con 100 metri di vantaggio.
Sii tu a fornire la lente alla gente.
Di’ tu alle persone chi sei.
Spiega tu qual è la lente con cui guardarti.
Il Posizionamento, in fondo, è questo.
Per tante persone in Europa, i Måneskin resteranno sempre
“quelli bravi, che però hanno pippato coca in diretta tv”.
Solo perché qualcuno ha avuto la faccia tosta di dichiararlo pubblicamente.