Quante volte sei finito/a in questa Trappola?
Falsi, doppiogiochisti e arrivisti.
Quel pomeriggio ascoltavo lo sfogo di Simona, mia amica da tantissimi anni, e mi si stringeva lo stomaco.
Credimi, Alessandro, è veramente una situazione di merda.
Non aspettano altro che io sbagli qualcosa per sottolinearlo pubblicamente, sono felici quando mi vedono in difficoltà, non aspettano altro che pugnalarti alle spalle.
Peggio non potevo capitare, davvero.
Mi si stringeva lo stomaco perché sapevo che Simona soffriva veramente.
A un certo punto, pronuncia la fatidica frase.
Guarda, davvero: se solo avessi colleghi migliori allora sì che andrei al lavoro felice.
E la mia carriera prenderebbe una piega completamente diversa
L’aveva detta.
La Trappola, l’aveva tirata fuori.
Io ce la metto veramente tutta.
Daniele era sincero mentre mi parlava.
Curo il cliente nel migliore dei modi, lo faccio sentire un re, lo coccolo come il mio migliore amico.
Gli faccio provare la macchina, gli spiego come funzionano le tecnologie a bordo, gli offro il massimo supporto.
Daniele era un venditore di automobili, auto di fascia alta, ed aveva una lunga esperienza nel settore.
Ma poi gli faccio il preventivo, quello mi dice che ci deve pensare, e poi va dal concessionario di fronte, si fa fare 100 euro di sconto in più e la macchina la compra lì. Bastardi, fanno tutti così!
Mi dispiaceva veramente sentirlo parlare, perché sapevo quanto cuore mettesse nella sua professione.
A un certo punto, La Trappola.
Se solo la Casa Madre imponesse a tutti i concessionari un presso fisso, senza possibilità di ulteriori sconti, io venderei tantissime auto in più!
La Trappola, eccola lì.
Penso che morirò da solo sai?
Con Andrea ci conoscevamo dai tempi del liceo, e insieme ne avevamo passate veramente tante. Era un tipo simpatico, ma non riscuoteva tantissimo successo con le donne.
Ma è ovvio, le capisco le ragazze. Cioè, voi bene o male avete tutti fisici normali, io invece sono grasso. E’ chiaro che a me non mi guardano mai.
Mi dispiaceva sentirlo così frustrato, perché pensavo che meritasse davvero di potersi vivere una relazione felice con una ragazza carina.
Comunque, ho deciso sai? Fino ad oggi non mi sono impegnato abbastanza, ma adesso sono intenzionato a voltare pagina.
Lo sentivo, stava per dirlo.
La Trappola, stava per arrivare.
E infatti arrivò.
Adesso basta, ora mi metto sotto con una dieta ferrea e con la palestra, e in qualche mese divento un fico.
Appena avrò un fisico bello come tutti gli altri, cambierà tutto, e sarò finalmente pieno di ragazze.
La Trappola, era arrivata.
Lo sapevo.
Come esseri umani, tra i tanti meccanismo che ci governano, ce n’è uno che regala sempre tante gioie (apparenti) e dolori (reali).
Lascia che mi spieghi meglio.
Iniziamo da un presupposto:
Siamo tutti eternamente insoddisfatti.
ATTENZIONE: non ho detto che siamo infelici.
(Non necessariamente, almeno.)
Ma insoddisfatti sì.
Ovvero, tendiamo a desiderare sempre un qualcosa che ancora non abbiamo, tendiamo a voler salire di livello, tendiamo a non accontentarci di quello che abbiamo, odi quello che siamo già.
E questo in una certa misura va anche bene, perché in fondo è il motore che ci spinge a migliorare continuamente.
Ma sentite come funziona il meccanismo.
Voler modificare una condizione personale, o professionale, o relazionale, è sacrosanto.
Il punto è che per modificarla servirebbero un insieme di strumenti.
Se Simona non è soddisfatta della sua carriera lavorativa, fa bene a desiderare qualcosa di più o di meglio.
Per cui quello che dovrebbe fare è comprendere quali sono le ragioni per cui il livello di carriera raggiunto sinora non è soddisfacente.
Dipenderà in parte dalle competenze che possiede, in parte dal settore in cui opera, in parte dalle scelte che ha fatto, e via andando.
Se Daniele non è soddisfatto del volume di automobili che vende, fa bene a volerne vendere di più.
Per cui dovrebbe cercare di analizzare nel dettaglio tutto quello che fa quando si trova con un cliente, come gli parla, quanta autorevolezza gli trasmette, come lo ascolta, in che modo trasmette un senso di affidabilità personale.
Eccetera eccetera.
Se Andrea non è soddisfatto della sua vita sentimentale, fa bene a volerla migliorare.
Per cui dovrebbe ripensare quanta fiducia in se stesso possiede, il modo in cui parla alle ragazze, quanto interesse riesce a suscitare, quanto cura la sua persona e/o igiene personale, eccetera eccetera.
Insomma, chiunque voglia modificare una situazione insoddisfacente, è legittimato a farlo.
Ma, se fossimo esseri puramente razionali, ci concentreremmo nell’analizzare la complessità delle cause e delle con-cause che hanno portato a quella situazione insoddisfacente.
Quello che accade, invece, è che abbiamo un tasto nel cervello che istintivamente illumina una sola lampadina.
Per un bislacco e divertente meccanismo della nostra mente, tendiamo ad attribuire gli effetti di una data situazione a una sola causa.
“Se solo avessi colleghi migliori, la mia carriera andrebbe alla grande”
“Se solo il concessionario di fronte non potesse fare sconti è più alti dei miei, io venderei molto di più”
“Quando avrò un bel fisico, sarò finalmente circondato di ragazze”.
La Trappola.
La Trappola ti fa pensare che un singolo tassello, se e quando arriverà, ti restituirà un puzzle completo e bellissimo.
Non sto dicendo che non ci sia della verità.
Voglio dire, sì: una cerchia di colleghi simpatici e perbene può favorire la carriera, una politica di sconti favorevole può dare a un venditore qualche arma in più, un fisico asciutto può attrarre di più di un fisico eccessivamente sovrappeso.
Ma non è mai un unico tassello a completare il puzzle.
Fai caso a quante volte la senti nominare, La Trappola.
Di solito è annunciata da due espressioni magiche, che si alternano a piacimento:
“Se solo”
oppure
“Quando”.
“Se solo” di solito guarda al passato o al presente, e ha una certa aura di ineluttabilità.
“Quando” guarda al futuro, e all’apparenza sembrerebbe inserirsi in un quadro un po’ più ottimistico e costruttivo, ma la verità è che il meccanismo alla base è sempre lo stesso.
In entrambi i casi, infatti, si rinuncia a vedere la complessità del quadro, perché concentrarsi esclusivamente su quel singolo tassello è molto più semplice, e tutto sommato spesso ci auto-assolve.
“Se mia moglie fosse un po’ più dalla mia parte, non sarei il fallito che sono”
“Se il mio socio avesse la mia stessa visione degli affari, faremmo davvero i botti!”
“Se avessi più soldi, potrei realizzare il progetto che ho in mente!”
“Quando otterrò questo benedetto Titolo, potrò finalmente iniziare il lavoro dei miei sogni!”
“Quando avrò il doppio del fatturato, inizierò finalmente a ragionare sugli investimenti in marketing”.
La Trappola ci fa iper-semplificare la realtà, riducendola a una linea in cui c’è UNA singola causa che produce – a cascata! -, tutta una serie di effetti.
E invece la realtà non è mai così.
La realtà è sempre più articolata, e più complessa.
Così succede che cambi posto di lavoro, trovi colleghi migliori e scopri che magari la carriera non va avanti lo stesso.
Succede che ti danno più margine di manovra sulle scontistiche e scopri che vendi poco come prima.
Succede che perdi 20 chili e scopri che continui a non rimorchiare.
La Trappola è un’Illusione.
Stai lontano.
Secondo te, perché ne sto parlando proprio a te, Professionista e Solopreneur?