Marketing politico: sai che il voto non l'hai mai deciso di testa tua? - Alessandro Principali

Marketing politico: sai che il voto non l’hai mai deciso di testa tua?

Quando si sfiora il tema politico tutti si infervorano come gli toccassero i figli.

Pure tu.

Ma il punto non è questo: il punto è che se metá dell’energia che ti serve per infervorarti, la utilizzassi per capire come e quanto, ogni giorno – da quando hai coscienza di adulto – il tuo consenso sia direzionato a piacimento, sarebbe tempo meglio speso.

E probabilmente perderesti tutta la voglia di scontrarti con presunti “nemici”.

Intendiamoci.

Non sto riducendo la politica a farsa.

La politica in teoria è una cosa seria:
attraverso la politica si possono distruggere paesi, famiglie, città.

Oppure aiutarli a fiorire.

La politica la tocchi con mano tutti i giorni, quando esci di casa e prendi automobile/bus/bicicletta per andare al lavoro.

La politica è una cosa seria perché si tratta di compiere scelte operative razionali:

– fare l’attività X o fare l’attività Y?
– mettere più budget qui oppure lì?

Esperimento:

Mettete 100 di noi in una stanza e chiedeteci cosa vogliamo nella vita.

Ve lo dico io, saremmo tutti d’accordo:

in fondo, vogliamo tutti stare in salute, essere forti, guadagnare di più, avere una casa comoda, andare ogni tanto in vacanza, educare bene i figli, vivere in città senza crimine, dare agli anziani cura e assistenza amorevole, accogliere a braccia aperte chi è più sfortunato di noi, vederlo felicemente integrato nella nostra comunità, conoscere il mondo, fare sport, trovare un lavoro che ci piace, poterlo serenamente cambiare quando non ci piace più, leggere libri, ascoltare la musica preferita.

Forse qualcuno di voi non si troverebbe d’accordo

E allora com’è che, seppur vogliamo tutti le stesse cose, ci scontriamo così?

E da sempre eh, mica da oggi.

In teoria, ci si dovrebbe scontrare solo perché non si concorda sui metodi di soluzione.

Facile.

Se abbiamo gli stessi obiettivi, ci dovrebbero separare solo i metodi diversi per raggiungerli.

Ecco,
la politica sarebbe questo, sempre in teoria:

posto che gli obiettivi, al 99%, sono gli stessi per tutti, la politica dovrebbe essere semplicemente compiere scelte sulle soluzioni.

Certo, non sto dicendo che anche questo non provocherebbe a tratti accesi dibattiti, alla ricerca dei metodi più efficaci.

Ma se ci pensate, se fosse tutto qui, sarebbe una attività del tutto razionale.

Ma mai e poi mai porterebbe a “scontri di religione” fra “nemici”.

E invece.

E invece non va così.
Gli scontri ci sono eccome. Anzi, hanno abbondantemente la meglio sulla ricerca di soluzioni
(di cui in Italia non c’è traccia da decenni).

E il motivo degli scontri di religione è molto semplice: spostare consenso.

Voilà.

Spostare consenso

Ecco qui la differenza:

la politica è una cosa seria, ma quello che si fa (e mica da oggi eh!)
in realtà è un’altra cosa.

Quello che si fa oggi è:

spostare consensi.

Che è una roba del tutto differente.
Ed è un lavoro impegnativo.

I nostri politici non portano soluzioni strategiche. Mai.

Lungo periodo, medio periodo, niente.
Al massimo qualche timida e scialba tatticuccia del cazzo a termine brevissimo (l’orizzonte massimo è di manciate di mesi, roba da ridere).

Al contrario, il focus è solo ed esclusivamente sullo spostamento del consenso.

Ogni azione, ogni parola, ogni post sui social (oggi), ogni annuncio in radio e tv (ieri), è mirato solo a spostare il consenso.

🚀Con strategie di marketing belle e buone, e scelte di comunicazione chirurgiche.

Anche nei piccolissimi gesti quotidiani.

Pensate che Renzi non sapesse che effetto otteneva parlando di “rottamazione della classe dirigente”?

Pensate che Salvini non sappia qual è l’effetto che ottiene quando scrive che preferisce Tizio vincitore di Sanremo al posto di Caio?

Pensate che Di Maio non sappia che effetto ottiene, quando dichiara di aver “abolito la povertá”?

Pensate che la Isoardi (che manco fa la politica) non sappia che effetto ottiene quando scrive che “lo scambio di culture è bello”?

E tutti lì sotto, a esaltarsi, indignarsi, applaudire, incazzarsi.

👉🏼È questo che sposta consensi.

👉🏼È l’esaltazione, l’indignazione, l’applauso, l’incazzatura.

👉🏼Agire su queste leve, e molte altre, permette di muovere il consenso delle persone.

E, tanto perchè vi sia chiaro, i consensi sono in movimento continuo.

Salvini ha consenso oggi, ma lo perderà appena arriverà un altro più efficace di lui.

Di Maio già l’ha perso.

Come, prima di loro, lo ha perso Matteo Renzi.
E prima lo ha perso Berlusconi.
E prima lo ha perso Occhetto.
E prima lo ha perso Craxi.
E prima lo ha perso Andreotti.
E prima lo ha perso il duce.
E prima lo ha perso Nerone.

Il consenso va e viene.
Il consenso si conquista e si perde.
Il consenso si sposta.

E si sposta perchè milioni di cittadini non capiscono come ció effettivamente avvenga.

Si lasciano trasportare dalle leve innescate senza opporre resistenza, come le buste di plastica in mare.

Quando capirete il marketing applicato alle persone, non vi infervorerete mai più, fidatevi.

Non vedrete più “nemici” intorno.

Semplicemente, vedrete “consumatori” che sono solo finiti nel funnel di marketing di un brand diverso dal vostro.

E quando tutti lo capiranno, allora la classe politica sarà costretta a pensare anche a metodi e soluzioni vere.


Oddio.
Quando tutti lo capiranno.
….
Cioè, presumibilmente, mai.

Ma a voi non vi lascio liberi finché non lo capite, diobbuono.
❤️

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